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Iniziativa digitale

Messy Studio: Sul “bruciare” del Mediterraneo Nero

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Live streaming

Su Ocean Archive e tramite diretta Facebook sui profili di Ocean Space e di TBA21–Academy

Questo Messy Studio virtuale propone una serie di testimonianze volte ad aprire la discussione sulla vasta ricerca e articolazione artistica del "Mediterraneo Nero". Gli artisti del collettivo Invernomuto, il regista Yusuf Haibeh Said e le studiose Monika Halkort e Alessandra Di Maio si uniranno ai Territorial Agency e ai partecipanti del programma di Ocean Fellowship per approfondire le questioni legate alla mobilità, all'estrazione, alla raccolta dei dati e ai progetti creativi-intellettuali di re-immaginazione scritti nelle profonde traiettorie del Mediterraneo Nero.

I Messy Studio sono incontri peer-to-peer concepiti da Territorial Agency, che mobilitano il pensiero critico e la ricerca lungo le narrazioni interconnesse e le traiettorie ecopolitiche di "Oceans in Transformation". I Messy Studio coinvolgono scienziati, artisti, gruppi governativi e della società civile, politici e ambientalisti, con l'obiettivo di creare nuovi percorsi di azione e nuovi immaginari per l'oceano.

PROGRAMMA

18.00 - 20.00 Messy Studio: The "burning" of the Black Mediterranean

Presentazioni del collettivo Invernomuto; Alessandra Di Maio; Monika Halkort; Yusuf Haibeh Said. Con Territorial Agency, Markus Reymann, Daniela Zyman e con i partecipanti del programma di Ocean Fellowship.

Il programma sarà trasmesso in livestreaming su Ocean Archive e tramite diretta facebook sui profili di Ocean Space e di TBA21–Academy.

Alessandra di Maio

Alessandra Di Maio è docente di Letteratura Inglese, Africana e Studi Postcoloniali all'Università di Palermo. Si divide tra l'Italia e gli Stati Uniti, dove ha insegnato in diverse istituzioni accademiche (UCLA, CUNY Brooklyn College, Columbia, Smith College). La sua area di specializzazione comprende studi neri, diasporici, migratori e di genere, con particolare attenzione alla formazione di identità culturali transnazionali. Negli ultimi anni, ha lavorato a lungo sulla sua riformulazione del "Mediterraneo Nero". Ha ricevuto una borsa di studio Fulbright, una borsa di studio Mellonpostdoctoral fellowship e un MacArthur Research and Writing Grant. Tra le sue pubblicazioni, numerosi sono gli articoli e i volumi "Tutuola" dell'Università. "The Italian Voice of a YorubaAncestor" (2000), la raccolta "An African Renaissance" (2006), "Wor(l)ds in Progress. A Study of Contemporary Migrant Writings" (2008), e "Dedica a Wole Soyinka" (ed. 2012). Ha tradotto in italiano diversi autori africani e della diaspora, tra cui il premio Nobel nigeriano Wole Soyinka, di cui ha curato l'autobiografia "Sul far del giorno" (2016) in edizione speciale italiana, e con cui ha ideato la poesia/foto antologia "Migrazioni/Migrazioni. Una notte afro-italiana dei poeti" (2016). Di prossima pubblicazione il suo libro "Letteratura nigeriana in lingua inglese" (Le Lettere).

Invernomuto

Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi collaborano come Invernomuto dal 2003. Sebbene il loro lavoro si concentri principalmente sull'immagine in movimento e sul suono, integrano nella loro pratica anche la scultura, la performance e l'editoria. Invernomuto esplora ciò che resta delle sottoculture muovendosi attraverso diversi media. Il progetto "Black Med" è stato concepito nel 2018 per Manifesta 12 (Palermo) ed è stato recentemente inserito nel programma di performance della 58a Biennale di Venezia del 2019. Invernomuto ha presentato il suo lavoro in mostre personali alla Galleria Nazionale, Roma (2019), NN Contemporary Art, Northampton (2019), Pinksummer, Genova (2019), Leto Gallery, Varsavia (2019), Artspeak, Vancouver (2015), Triennale di Milano, Milano (2014), tra gli altri. Nel 2017 Invernomuto vince il Premio Museion 1 (Bolzano); nel 2018 è finalista al Premio MAXXI Bvlgari (Roma) e al MAC International 2018 (Belfast). I loro lavori sono stati esposti, tra gli altri, a TATE (Londra), Manifesta 12 (Palermo), Villa Medici (Roma), Alserkal Avenue (Dubai), Kunsthalle Wien (Vienna), Galleria Nazionale (Roma), Nuit Blanche 2017 (Parigi), MAXXI (Roma), Museion (Bolzano), Unsound Festival (Cracovia), Kunstverein München (Monaco), Bozar (Bruxelles), FAR° (Nyon), Centre d'Art Contemporain (Ginevra), Bétonsalon (Parigi), Live Arts Week V (Bologna), Istituto Italiano di Cultura (Addis Abeba), Fondation Ricard (Parigi), Black Star Film Festival (Philadelphia), Centre Pompidou (Parigi), Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino), Hangar Bicocca (Milano), Premio Furla (Bologna), No Fun Fest 2009 (New York), Biennale Architettura 11 (Venezia). https://blackmed.invernomuto.info

Yusuf Haibeh Said

Yusuf Haibeh Said è un regista migrante, originario della Somalia, vive e lavora a Vienna. Nel 2016 ha collaborato con TBA21 e con l'artista Olafur Eliasson nell'ambito del workshop "Green light". Yusuf Haibeh Said ha un approccio personale alla narrazione e al cinema che attinge a racconti simili a quelli di centinaia di migliaia di migranti che fuggono dall'Africa e arrivano in Europa attraverso il Mediterraneo. Con l'obiettivo di far conoscere e testimoniare queste esperienze e voci, ha recentemente lavorato a un film, sviluppato con attori non professionisti e mezzi di produzione minimi, che segue la traiettoria di un lungo esodo di tre ragazzi somali che fuggono dal loro paese per raggiungere l'Europa con la speranza di una vita migliore.

Monika Halkort

La ricerca di Monika Halkort esplora le dinamiche intersezionali di razzializzazione, espropriazione e chiusura ereditate dalle infrastrutture digitali, concentrandosi in particolare su contesti di lotta politica, attivismo e governance umanitaria. I temi chiave includono la colonialità e la biopolitica del potere dei dati, e come essi influenzano le rivendicazioni di autonomia politica e di autodeterminazione delle popolazioni apolidi e dei rifugiati. Il focus geografico principale del suo lavoro è il mondo arabo. Prima della sua carriera accademica, Halkort ha lavorato come giornalista radiotelevisiva in Austria, Germania e Stati Uniti, producendo documentari radiofonici e televisivi pluripremiati per reti pubbliche e private. Dalla fine degli anni Novanta, il suo lavoro mediatico ha incluso trasmissioni via web, installazioni video multischermo e narrazioni basate su database.