The Soul Expanding Ocean #2
Isabel Lewis —
Con l’inaugurazione del 17 settembre, Ocean Space presenta l’ultima opera commissionata da TBA21–Academy all’artista e coreografa Isabel Lewis che invita partecipanti e visitatori a una “danza attraverso l'Oceano".
La performance espositiva viene presentata nel secondo capitolo di The Soul Expanding Ocean, un ciclo di mostre a opera di Chus Martínez, curatrice di Ocean Space 2021-2022. Il ciclo espositivo presenta la ricerca di Martínez che propone che l'umanità si avvicini all'Oceano attraverso la lente di un nuovo universo epistemologico concepito con valori sensoriali, un mandato di cura e un principio di amore. La performance espositiva si svolgerà nel corso di cinque fine settimana consecutivi, ogni venerdì e sabato, dal 17 settembre al 17 ottobre 2021.
The Soul Expanding Ocean #2: Isabel Lewis è un invito ad armonizzare la nostra continuità con l’Oceano per trasformare e articolare un rapporto diverso. Lewis esorta i partecipanti prestare attenzione al linguaggio dell’Oceano, a essere consapevoli delle domande che questo pone e aperti a scoperte del tutto inattese. L’Oceano, quindi, si schiude davanti a partecipanti e visitatori come un metodo, una pedagogia che conduce gli individui a instaurare un rapporto diverso con la natura. Un rapporto che dà alla natura potere d’azione e che riconosce le differenze tra le vite che si muovono, agiscono, pensano e sentono al di là degli esseri umani. L’arte e gli artisti guidano dunque l’umanità in un percorso di recupero e rieducazione del proprio rapporto con l’Oceano. A tal fine, è necessario riprogrammare il nostro corpo affinché sia maggiormente consapevole del potenziale di oceanità dell'essere umano. Le mani, la pelle, gli occhi, il naso, le orecchie... tutti gli organi devono imparare a percepire l’Oceano, anche quando l’Oceano non è (ancora) presente.
In coincidenza con la Biennale Musica di settembre, la nuova commissione di TBA21−Academy è un balletto che riprende le dinamiche delle interazioni bio-fisiche dell’Oceano sotto forma di strategia coreografica. Un balletto è un insieme formalizzato di movimenti che adattano il corpo al flusso sonoro. In questa occasione, a fornire il flusso è l’Oceano e la missione è adattare i corpi al suo ritmo. Per questo motivo, Lewis ha proposto un’audizione open call per cercare danzatori, professionisti e non. Coloro che conoscono i codici prestabiliti rappresentano la conoscenza acquisita del mondo. Coloro che sono considerati dilettanti rappresentano le molteplici possibilità di legare in modo diverso con l’Oceano. Ed è proprio nell’ambito di questo dialogo tra il noto e l’ignoto, tra forme storicamente ereditate e nuovi linguaggi nascituri, che l’opera si confronta con l’Oceano. Lewis invita partecipanti e visitatori nella Chiesa di San Lorenzo e nel rispettivo campo come se fossero trascinati tra le acque dell’Oceano, con i corpi catturati dalle correnti e la voce integrata nell’opera come una componente politica, un segno della lunga tradizione veneziana di cori, politiche comunitarie, musica e suono quale tratto identitario. Quale luogo è dunque più adatto di Ocean Space per proporre una danza dedicata a un’entità in costante movimento?
L’opera affronta una domanda cruciale: come conciliare in modo coerente l’attività artistica di una coreografa e danzatrice con il suo impegno politico nei confronti della natura e dell’Oceano, senza dimenticare il ruolo assunto dagli artisti nella trasformazione della società? Lewis descrive la sua pratica artistica “come un lungo processo di sviluppo di metodologie e approcci epistemologici che non riconoscono alcuna dualità mente-corpo e che integrano diverse modalità di acquisizione della conoscenza al fine di generare nuovi approcci nei confronti di tematiche inerenti alla prosperità umana (e a ciò che la impedisce). Lasciando da parte una prospettiva di mera riflessione critica sui sistemi di pensiero della società occidentale contemporanea e sui modi in cui questi sono incorporati e incarnati nelle nostre interazioni bio-sociali con effetti pericolosi, utilizzo la coreografia per immaginare in chiave diversa e mettere in azione modelli alternativi di relazione e socialità tra agenti umani e agenti che vanno al di là dell’umano”. Nel 1969 il musicista veneziano Luigi Nono affermò che, a suo avviso, non esisteva “alcuna differenza tra musica e politica”. Lewis è esattamente dello stesso avviso: non esiste alcuna differenza tra danza e politica. Infatti, attraverso la danza Lewis fornisce il proprio contributo a una lotta epistemologica, spingendola verso una nuova modalità di percezione. La performance espositiva di Lewis è un'espressione della ricerca effettuata da Chus Martínez, quando conduceva nel 2018-2020 il programma principale di TBA21−Academy, The Current II, con il titolo The Soul Expanding Ocean.
The Soul Expanding Ocean #2: Isabel Lewis
A cura di Chus Martínez
17 settembre - 17 ottobre 2021
Commissionata e realizzata da TBA21–Academy Sostenuta da ifa | Institut für Auslandsbeziehungen e e da Callie's, Berlin.
Ogni venerdì e sabato dalle 15:00 alle 20:00
ISABEL LEWIS
Isabel Lewis ha una formazione in critica letteraria, danza e filosofia. Il lavoro della Lewis assume molti formati diversi passando da conferenze performative e workshop a sessioni musicali, feste, installazioni, fino a quelle che Lewis definisce ‘occasioni ospitate’. Ha creato opere su temi come la tecnologia open source e l’improvvisazione nella danza, le danze sociali come sistemi di conservazione culturale, le forme creative di collaborazione, le tecniche corporee future e il rap come atti linguistici incorporati. Le sue opere sono state presentate alla Tate Modern di Londra (2017), al Centre d’Art Contemporain di Ginevra (2014), al Ming Contemporary Art Museum di Shanghai (2016 - 2017), alla Biennale di Liverpool (2014), alla Göteborg International Biennial for Contemporary Art (2015), a Frieze di Londra (2014), al Tanz Im August a Berlino (2015), alla Kunsthalle di Basilea (2014), alle Serpentine Galleries a Londra (2012), alla Dia Art Foundation, New York (2016) e al Palais de Tokyo di Parigi (2016). Nata nella Repubblica Dominicana, Lewis è attualmente residente a Berlino ed è cresciuta su un’isola artificiale al largo della costa sud-occidentale della Florida.