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Ocean Space
- Biglietto d'ingresso
- Gratuito
- Info
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Performance coreografata da Latai Taumoepeau ed eseguita da squadre sportive locali e gruppi della comunità.
- Mostre correlate
- Latai Taumoepeau, Elisapeta Hinemoa Heta — Re-Stor(y)ing Oceania
Nell'ambito della mostra "Re-Stor(y)ing Oceania", curata da Taloi Havini, l’artista Latai Taumoepeau presenta una nuova opera corale e partecipativa dal titolo "Deep Communion sung in minor (ArchipelaGO, THIS IS NOT A DRILL)".
L’opera, un’installazione sonora immersiva a 16 canali, rappresenta l’interpretazione di Taumoepeau dell’antico rituale corale Me'etu'upaki, dove me'e sta per danza, tu’u significa in piedi e paki - con le pagaie.
Un’arena composta da macchine per pagaiare evoca il culto congregazionale di massa e invita il pubblico a interagire con l’opera. Quando le 8 macchine sono attivate simultaneamente, le voci degli/delle abitanti del Pacifico che eseguono il cerimoniale Me'etu'upaki vengono amplificate, risvegliando l’attenzione globale sui pericoli legati all'estrazione mineraria in alto mare.
L’installazione può essere attivata dai visitatori e dalle visitatrici nei giorni di apertura di Ocean Space.
In alcune date selezionate lo spazio sarà animato dalla performance “THIS IS NOT A DRILL”, coreografata da Latai Taumoepeau ed eseguita da squadre sportive locali e gruppi della comunità.
Prossime performance
THIS IS NOT A DRILL sarà eseguita nuovamente sabato 20 aprile, ore 18:30, all'interno dell'evento "Ocean Evening".
Mousse Magazine & Publishing sarà presente con un pop-up bookstore in qualità di Media Partner di Ocean Space.
Biografie
Latai Taumoepeau (nata nel 1972 a Gadigal Ngura, Sydney, Australia) realizza opere performative. La sua faiva (pratica centrata sul corpo) proviene dalla sua terra d'origine, il regno insulare di Tonga, e dal suo luogo di nascita, Sydney, terra dei Gadigal. Ha imitato, allenato e disimparato la danza, in più instituzioni, a partire dal suo villaggio, alla sala di una chiesa di periferia, alla discoteca e all'università. La sua faiva ("arte performativa") è incentrata sulle filosofie tongane di vā ("spazio") e tā ("tempo") relazionali; incrocia pratiche temporali antiche e quotidiane per rendere visibile l'impatto della crisi climatica nel Pacifico. Conduce movimenti e azioni ambientali urgenti per favorire la trasformazione in Oceania.